domenica 13 dicembre 2015

PREGHIERA VOCAZIONISTA NEL GIUBILEO DELLA MISERICORDIA


Santissima Trinità! Nella tua infinita misericordia hai voluto nella
Chiesa questa minima Società delle Divine Vocazioni, ispirando a
questo fine il Beato Giustino Maria della Trinità.
Riconosciamo, o Padre, mediante lo Spirito Santo d’amore che
ogni membro di questa Famiglia Vocazionista è segno di predilezione
del cuore misericordioso del tuo Figlio. Siamo grati per tante prove
21 Op. cit. n. 5.28
d’amore che ci hai manifestato dalla nascita fino ad oggi e che
certamente ci accompagneranno per l’eternità.
Vogliamo anche riconoscere che non sempre questa tua
Famiglia è stata fedele alla sua consacrazione e al carisma, e che
sperpera tanti doni e talenti messi a sua disposizione per il
raggiungimento della Divina Unione. Non ci impegniamo abbastanza
per raggiungere uno stile di vita più santo, indispensabile per
suscitare nel mondo un diluvio di santi e di opere sante!
Vogliamo ritornare a Te con il cuore contrito ed umiliato!
Vogliamo ritornare allo spirito originale che ispirò il Beato Giustino
Maria della Trinità. Vogliamo soprattutto tornare al Vangelo, l’unica
via sicura che ci ridarà la gioia di vivere l’essenziale, nella sequela
gioiosa della consacrazione, in spirito di appartenenza e di identità.
Vogliamo accogliere questo tempo di misericordia come il
momento opportuno per perdonare ed essere perdonati, per
corrispondere al tuo amore senza limiti e presentarci a te come
famiglia più solidale e fraterna, diventando testimoni più credibili di
consacrati a servizio delle vocazioni, della speranza, della pace, della
santificazione!
Per intercessione di Nostra Signora delle Divine Vocazioni,
Madre di Misericordia, ti chiediamo, ancora una volta la forza di
consumare tutta la nostra vita, come ministri delle vocazioni a
servizio degli eletti delle divine vocazioni e allo stesso tempo
missionari del tuo volto misericordioso, sulle orme del Beato Giustino
Maria della Trinità, nella fiduciosa speranza di vederlo canonizzato al
più presto qui in terra! Amen!

mercoledì 9 dicembre 2015

PREGHIERA SCRITTA DA PAPA FRANCESCO PER IL GIUBILEO STRAORDINARIO DELLA MISERICORDIA


Signore Gesù Cristo,
tu ci hai insegnato a essere misericordiosi come il Padre celeste,
e ci hai detto che chi vede te vede Lui.
Mostraci il tuo volto e saremo salvi.
Il tuo sguardo pieno di amore liberò Zaccheo e Matteo dalla schiavitù del denaro;
l'adultera e la Maddalena dal porre la felicità solo in una creatura;
fece piangere Pietro dopo il tradimento,
e assicurò il Paradiso al ladrone pentito.
Fa' che ognuno di noi ascolti come rivolta a sé la parola che dicesti alla samaritana: Se tu conoscessi il dono di Dio!
Tu sei il volto visibile del Padre invisibile,
del Dio che manifesta la sua onnipotenza soprattutto con il perdono e la misericordia:
fa' che la Chiesa sia nel mondo il volto visibile di Te, suo Signore, risorto e nella gloria.
Hai voluto che i tuoi ministri fossero anch'essi rivestiti di debolezza
per sentire giusta compassione per quelli che sono nel l'ignoranza
e nell'errore; fa' che chiunque si accosti a uno di loro si senta atteso, amato e perdonato da Dio.
Manda il tuo Spirito e consacraci tutti con la sua unzione
perché il Giubileo della Misericordia sia un anno di grazia del Signore
e la sua Chiesa con rinnovato entusiasmo possa portare ai poveri il lieto messaggio, proclamare ai prigionieri e agli oppressi la libertà e ai ciechi restituire la vista.
Lo chiediamo per intercessione di Maria Madre della Misericordia a teche vivi e regni con il Padre e lo Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli.
Amen

sabato 11 luglio 2015

foto di bordo !!!


















Elenco partecipanti al 9° Campo Vocazionale 4-11 luglio 2015

1.      FREDA ALESSANDO – PARR. SACRI CUORI, NAPOLI CAVALLEGGERI
2.      TAMBURINO RAFFAELE – PARR. S. PIETRO APOSTOLO, IN PARETE, CASERTA
3.      SACCO FRANCESCO – PARR. S. MARIA DEI VERGINI, NAPOLI
4.      SARNATARO FRANCESCO – PARR. S. BENEDETTO ABATE, CASORIA
5.      ADAMO GIANFRANCO – PARR. S. NICOLA DI BARI, PATTI, MESSINA
6.      TALAMO ROBERTO – PARR. SS. ANNUNZIATA S. GIOVANNA ANTIDA, NAPOLI
7.      NUNZIO VALENTINO – PARR. SS. ROSARIO, CARDITELLO
8.      CARROZZA SALVATORE – PARR. SPIRITO SANTO E S. MARCO EVANGELISTA, CASERTA
9.      PERRONE MARCO – PARR. S. ALFONSO DE LIGUORI, CASTELLO MONTELEONE MARANO
10.  MESE PIETRO – PARR. S. ANTONINO M., ALTAVILLA SILENTINA, SALERNO
11.  TISO DANIEL – PARR. S. BIAGIO, CERRELLI DI ALTAVILLA, SALERNO
12.  VETTESE PIERLUCA – PARR. M. SS. ASSUNTA E S. GERMANO E SS. SALVATORE, CASSANO

13.  BARONE GIORGIO – PARR. S. GIORGIO M., PIANURA, NAPOLI

Siamo saliti sul treno della gioia


“9° Campo Vocazionale dei Religiosi Vocazionisti provincia Italiana”
Tutti noi, abbiamo incontrato don Giuseppe Ferrara, consigliere provinciale per le vocazioni, che ci ha cercato, raccolti, lungo i binari della nostra vita; con affetto vocazionale e con amore di padre misericordioso, sul carisma di don Giustino Russolillo, ci ha invitati a salire sul treno della gioia.
Accompagnati da don Giuseppe ci siamo radunati ad Altavilla dal 7 all’ 11 luglio in occasione del campo vocazionale. Siamo 13 ragazzi, giovani e meno giovani, proveniamo da varie parti d’Italia in particolare Lazio, Campania, Puglia, Sicilia. Questa esperienza si tiene due volte l’anno. Appena siamo arrivati al convento di Altavilla siamo stati accolti con entusiasmo e paternità da don Costantino il superiore della casa e dalle suore vocazioniste.
Che cos’è un campo vocazionale? Il campo vocazionale è semplicemente un tempo che un ragazzo si ritaglia, dedica all’ ascolto del Signore per cercare di capire, comprendere a che cosa Dio lo ha chiamato; il tutto in un ambiente, in un clima, di silenzio, preghiera e soprattutto gioia.
Che cosa abbiamo fatto in questo campo vocazionale? Ci siamo presentati portando ognuno le proprie esperienze di vita e di fede; ci sono state proposte alcune figure bibliche dal punto di vista vocazionale e quindi, nella loro umanità, con pregi e debolezze.
In particolare don Ciro Sarnataro (vicario generale della congregazione) ci ha presentato le resistenze a scegliere con tre figure veterotestamentarie: Mosè, Giona e Geremia: di Mosè ci è stato mostrato in particolare come opponeva resistenza al progetto di Dio elencando i suoi limiti umani e di come tante volte alla chiamata di Dio opponiamo le stesse resistenze; di Geremia ci è stato presentato il particolare contesto storico ovvero il tempo dove avviene la chiamata di Dio e come allo stesso modo bisogna rispondere alla chiamata nel tempo in cui Dio la propone nella nostra vita, sottolineando ancora la responsabilità che abbiamo nel realizzare il progetto di Dio per l’umanità. Giona invece tendeva a sfuggire, a nascondersi e a manipolare la missione di Dio .
Don Rodolfo e don Victor ordinati diaconi di recente , ci hanno dato una testimonianza della loro vocazione e di come le loro famiglie di origine hanno contribuito ad impartire loro l’esempio dei valori cristiani. Di don Rodolfo ci ha colpito di come dopo altre esperienze religiose abbia scelto il carisma vocazionista; di don Victor, invece, ci ha colpito di come abbia lasciato la sua carriera già affermata di giornalista per seguire Gesù. Ci hanno arricchito con le loro testimonianze anche i ragazzi che hanno quasi completato l’anno di noviziato. In particolare ha presenziato anche il padre provinciale don Claudio De Caro il quale in un discorso molto chiaro ci ha presentato la figura del fondatore della congregazione: Beato Don Giustino, un uomo ricco di amore e di zelo per l’opera del Signore nel ricercare e coltivare le vocazioni. Poi ancora don Claudio ha risposto in maniera molto esaustiva alle domande che gli ponevamo, in particolare ci ha descritto i tempi di discernimento dai campi vocazionali alla professione perpetua passando per l’aspirantato, postulato e noviziato.
In questi giorni, don Giuseppe Ferrara ci ha illustrato il carisma Vocazionista e ci ha dato anche dei criteri di discernimento. Egli ci ha presentato anche altre problematiche riguardante la scelta e la vocazione tra cui la disposizione ad essere sinceri con se stessi e Dio, la cosiddetta: “retta intenzione”, oltre che coordinarci negli impegni quotidiani come un fratello maggiore sempre disponibile e capace di mettere tutti a proprio agio.
Don Bonaventura ci ha presentato il disagio giovanile di fronte alle scelte della vita e la paura del domani; esortandoci a non fare scelte importanti nella vita restando nella paura e a trovare coraggio nel decidere e decidersi confidando nel Signore che è l’unica sicurezza e garanzia della nostra gioia e pace.
Poi ancora don Salvatore Musella, psicologo e sacerdote, nonché consigliere generale per la formazione ci ha illustrato in un incontro molto coinvolgente ed interessante, il discernimento vocazionale anche attraverso la personalità e l’identità della persona. Egli si è reso disponibile per chi avesse avuto la necessità di un colloquio personale con lui sulle tematiche trattate o altro.
Durante questi giorni, abbiamo celebrato la s. Messa insieme ed abbiamo lodato il Signore Gesù anche con l’Adorazione Eucaristica notturna. Abbiamo pregato quotidianamente il Santo Rosario e soprattutto abbiamo avuto momenti tra di noi di condivisione delle nostre esperienze di vita, ansie, paure e desideri; abbiamo avuto anche tanti momenti di ilarità, gioia e fraternità.
Durante questo campo, alcuni di noi hanno avuto il coraggio di dare il loro Sì al Signore nella gioia e di salire come ci ha ripetuto don Giuseppe più volte su quel treno che passa in quel preciso momento della nostra vita, affinché possa essere un’esperienza nella gioia al servizio della gioia degli altri.

Onomastico del Padre Provinciale ( 07 luglio 2015 a Posillipo Napoli )






martedì 7 luglio 2015

Campo Scuola Vocazionale dal giorno 07 al giorno 11 Luglio 2015

Campo Scuola Vocazionale dal 07 Luglio al 11 Luglio 2015 ad Altavilla Silentina presso il vocazionario S. Francesco , che immergerà i giovani nello stupore di scoprirsi amati e chiamati ad essere l’opera d’arte pensata da Dio. Non esitare a contattarci... ( il campo scuola è gratuito, devi portare solo con te mente e cuore e tanta buona volontà ) puoi inviare una email - voc.pgferrara@libero.it . Al più presto dateci la vostra adesione per organizzarci. 
" VI ASPETTIAMO IN TANTI DA TUTTA ITALIA...E NON SOLO!!! GESÙ, MARIA E GIUSEPPE!!!


lunedì 1 giugno 2015

incontro di formazione per i giovani vocazionisti in formazione in Italia.

GIOVANI VOCAZIONISTI A CASA MADRE 30 aprile primo maggio.

La fraternità è fatta da fratelli, quindi di personalità, caratteri, sensibilità e storie diverse. La fraternità pertanto si costruisce con azioni precise di conversione sia nella vita del singolo che nelle relazioni
interpersonali e per questo che, come recitano le nostre Costituzioni all’art. 81, «la formazione è una esigenza continua di tutta la vita religiosa». In questa direzione si coglie, dunque, come è la persona, in tutte le sue dimensione fondamentali, a essere chiamata a scoprire, usare e ordinare proprio se stessa per la realizzazione della propria vocazione. E di formazione si discute proprio perché
si è sempre alla ricerca di percorsi e di passaggi che possono alimentare la qualità” sia della persona che della fraternità. La scuola di formazione è ormai da più di qualche anno un servizio reso alla
formazione non solo perché si pone come un ritrovarsi tutti fisicamente in una sola comunità ma è una preziosa opportunità per chi desidera allenarsi per rendere la personale dimensione religiosa il luogo non solo della propria ma anche dell’altrui santificazione. La scuola di formazione quest’anno si è svolta nei giorni 30 aprile e1 maggio a Pianura arricchita ancor di più l’anniversario di fondazione del Vocazionario. La sera del 30 aprile tutti si sono ritrovati al luogo delle proprie origini,
tutti sono ritornati in quel luogo dove il beato Giustino Russolillo raccoglieva intorno a sé i primi fanciulli per il catechismo, quello della Pagliarella. Una veglia di preghiera ha celebrato il ricordo
di ciò che accadde e grazie al quale oggi noi siamo: perdere il ricordo è perdere la memoria delle origini e le origini hanno fatto una identità, quella vocazionista, quella di ognuno di noi. La fraternità poi è feconda quando vive la benedizione e la giornata del 1 maggio si è aperta con il conferimento del ministero del lettorato ai due confratelli della Fraternità Vocazionista Gennaro e Agostino e quello dell’accolitato conferito al professo fra Luca Maio della comunità di Posillipo. Ad accompagnare i partecipanti alla scuola di formazione verso la scoperta di nuovi itinerari è stata Suor Milena Stevani, docente presso l’Auxilium di Roma.La formazione è tempo favorevole, è cammino di conversione, è esperienza di ascolto e cammino di riscoperta e a gettar luce ancora di più su questi legami è stato proprio il tema scelto e condiviso, Seminario teorico e pratico sull’autostima
che ha voluto in sintesi far comprendere come la formazione non deve essere concepita come qualcosa di diverso o staccata dalla persona poiché il piano umano e quello spirituale non sono ambiti
appartenenti a due dimensioni diverse. La formazione è qualcosa che è compromessa con la vita e con la stessa esistenza di ciascuno e che nel contempo coinvolge l’esistenza del fratello posto al
fianco dato che «nostro fine è la divina unione e ci si perviene mediante l’unione con altri»1. Allontanandosi dall’essenza della comunità, la comunione, l’ideale della vita fraterna perde il suo sapore e fa nascere dei comportamenti individualistici che possono portare a perdere la passione
per la missione. La fraternità ha bisogno di tutti e dello sforzo di tutti. Ognuno possiede talenti da condividere e da trafficare e non certo da sotterrare (cfr. Mt 25, 14-18). Se dunque la vita è ricevuta
come dono, percorsa invece come cammino comune per la santità ecco che si trasforma in missione per se stessi e per gli altri poiché è dato che «tutti i cristiani possono divenire santi, e devono essere
santi. Poiché questo è quello che Dio vuole»2. Progredire per un vocazionista – ma per chiunque coinvolto in un cammino di formazione – non è certo questione di risultati, anche perché Dio non ha mai parlato di questo, ma è una questione che si gioca tra l’avere e il perdere, tra il servirsi e il servire, è fare cioè lo stesso percorso di Gesù che non ha in nessun modo ritenuto «un privilegio l’essere come Dio» (Fil 2,6). Propria questa via, questo percorso assume poi forme specifiche date dalla particolarità di un carisma vissuto sempre alla luce della sua fonte, il Vangelo. A tutta la famiglia vocazionista è chiesto di dover rivolgere sempre lo sguardo all’altra grande famiglia, quella della comunione dei santi, quel «mondo di verità e di bontà»3 per poter così «nutrire ed elevare la nostra conversazione con Dio e con il prossimo»4, affidando all’azione e all’efficacia della preghiera vicendevole ogni proposito di ascensione di grado in grado e di bene evangelico.

Luigi Rea sdv

Festa di famiglia


venerdì 17 aprile 2015

Dal 7 all’11 aprile in Roma: Primo congresso internazionale per i formatori e le formatrici

VIVERE IN CRISTO SECONDO LA FORMA DI VITA DEL VANGELO, FORMATI ALLA VITA CONSACRATA NEL CUORE DELLA CHIESA E DEL MONDO è stato il tema del primo congresso internazionale organizzato dalla CIVCSVA tenutosi a Roma lo scorso 7-11 aprile. Circa 1360 formatori e formatrici, di 416 congregazioni e di 106 nazioni in questi giorni hanno sperimentato la bellezza e fatica di chi è stato chiamato a collaborare con l’opera di Dio ad essere “mentore” di chi Egli stesso ha chiamato e scelto per se e per l’umanità.   A rappresentare la provincia don Costantino Liberti, insieme a don Salvatore Musella, consigliere generale per la formazione - rettore e formatore dello studentato internazionale di Roma, don Andrew rettore dello studentato in UK e due nostre suore.

martedì 14 aprile 2015

Si è tenuto ad Altavilla, martedì 31marzo, il ritiro di quaresima dei professi dello studentato internazionale di Roma e dello studentato provinciale, animato dal P. Provinciale.

«Audiam – ascolterò: ecco la principale attività interiore dell’anima religiosa. Vale per: baderò a ricevere il Verbo in tutto l’essere mio. Riceverlo: per il passato da riparare, per il presente da santificare, per il futuro da preparare. Riceverlo in tutta l’anima. Non c’è altro mezzo per maggiormente piacere al Signore e maggiormente giovare al prossimo»1 . Ascoltare è essenziale non solo per la vita ma anche per il cammino di crescita individuale e comunitario poiché è proprio l’esperienza dell’ascolto che ci rende capaci di comunicare, di disporci ad un incontro trasformativo esistenziale, di costruirci in relazione con l’altro, di riconoscere il legame con il Tu di Dio; e l’ascolto ci fa rinascere a questa esperienza per quanto riguardo la nostra fede. Dentro tali contesti e in riferimento a tali prospettive di crescita formativa, martedì 31 marzo presso la casa di noviziato di Altavilla Silentina si è svolta una giornata di ritiro per il tempo quaresimale a cui hanno partecipato i professi vocazionisti e i novizi, presenti anche i rispettivi formatori don Costantino Liberti segretario provinciale e don Salvatore Musella consigliere generale per la formazione. Il Padre Provinciale dell’Italia don Claudio De Caro proprio sul tema dell’ ascolto ha predicato il ritiro, offrendo significativi spunti e tracce di riflessione, ha in-vitato i giovani a mettersi in ascolto della Parola, ad aprire uno spazio dove è possibile percepire più facilmente, nella sua essenzialità, la forza rinnovatrice che viene da Dio. Proprio per un mancato ascolto iniziale, Adamo ha perso probabilmente una grande occasione per una storia d’amore, ha perso la possibilità di fare esperienza di una comunione spirituale che è esperienza di relazione. Invece è proprio per aver dato ascolto alla parola del Maestro che Pietro è diventato davvero un pescatore di uomini secondo la metafora usata da Gesù, ossia uno che è riuscito a “prendere il largo” compiendo per questo un’azione motivata dalla sola credibilità di colui che parla (Cfr. Lc 5, 4-5). L’ascolto dunque cerca discepoli, capaci di vivere forme di fraternità di quel modo di essere comunità-comunione, in cui ogni membro può essere capace di ascoltare non solo la Parola di Dio ma anche reso capace di ascoltare la voce del confratello. La comunità è spazio di ospitalità per l’ascolto che rende possibile il parlare in modo diverso e costruttivo tale da formare i propri membri ad essere degli uditori attenti poiché per mezzo di esso ci si dispone non solo al contenuto di ciò che si ascolta, ma anche a Colui che parla e a coloro che ci parlano e tutto ciò è destinato a migliorare la vita di santità non solo del singolo membro ma anche della comunità stessa. Ma se qualcuno parla inevitabilmente deve esserci qualcuno che fa silenzio! Proprio a tale riguardo le nostre Costituzioni, che nel voler contribuire a fare santo il vocazionista per l’unione divina, suggeriscono come il silenzio «favorisce l’ascolto e la riflessione, dispone all’incontro con Dio e rende più feconda la missione» (art. 66), per cui è proprio nel silenzio che ognuno può imparare ad ascoltare e a scoprire lo spazio indispensabile per l’apertura alla preghiera. Nell’ascolto dunque ci procuriamo tutto ciò che ci serve per diventare irradiatori e missionari della santità e solo una profonda esperienza dell’ascolto rende capace un consacrato di impegnarsi in una missione: la missione inizia nell’ascolto, la missione proclama l’ascolto e il metodo della missione è l’ascolto. Anche a tale riguardo Don Giustino ci è da maestro quando descrive come il Signore, essendo sempre il Dio che crea, vuole il silenzio per parlare, allo stesso modo di come è necessaria la notte per ben distinguere lo splendore2 . Dopo la celebrazione dell’Eucarestia presieduta dal Padre Provinciale, anche il momento comunitario del pranzo anche se vissuto nel silenzio è stato espressione dello “stare insieme per vocazione”. Nel pomeriggio i professi hanno vissuto il momento della condivisione delle proprie riflessioni ed esperienze inerenti al tema del ritiro, mettendo in comune le meditazioni personali, la fatica necessaria e indispensabile per la crescita nella fede ma anche fiducia e speranza per un cammino di santità vissuto singolarmente ma condiviso. La giornata si è conclusa con il ritorno alle proprie comunità per strade diverse ma non di certo per “vie” opposte. E’ questa forse l’immagine di quella realtà comunità-comunione che ognuno porta con sé nella propria vita spirituale e nella propria comunità di appartenenza, cioè la consapevolezza che se l’ascolto presuppone il silenzio perché il Signore vuole il coinvolgimento di tutto il nostro cuore, la nostra mente perché esso diventi vita di orazione e dunque vita di preghiera3 , non di certo presuppone il tacere che potrebbe così farci dimenticare che noi siamo stati pensati dal nostro padre fondatore per essere servi e missionari, ossia seminatori e irradiatori di santità consapevoli che a raccogliere non è la congregazione ma Dio stesso nella sua Chiesa.
 Luigi Rea sdv

venerdì 20 marzo 2015

L’amore non si vede, chi si ama si vede

COME LO RACCONTANO I PROFESSI:

L’amore non si vede, chi si ama si vede. È iniziato con questo invito da parte del neo eletto provinciale dell’Italia, Padre Claudio de Caro il ritiro spirituale che si è svolto sabato 14 marzo presso la casa di studentato dei padri vocazionisti di Posillipo, guidato dallo stesso provinciale.
Al ritiro hanno partecipato tutti i giovani in formazione della provincia italiana provenienti dalla varie comunità di Altavilla, Perdifumo, Pianura, Soccavo ePosillipo, accompagnati dai rispettivi
formatori e tutti bisognosi di essere istruiti per rivedere con attenzione ogni passo del proprio cammino verso la personale e comunitaria santificazione, mettendo al centro della propria persona e della propria comunità l’amore di Dio perché tutto si faccia tra voi nella carità (1Cor 16,14). Il
ritiro è sempre un momento favorevole alla conversione, è una possibilità di riscoprirsi chiamato alla realizzazione di un progetto comune nella direzione giusta, quella dell’ascolto e messa in pratica della Parola di Dio. E’ proprio dalla Parola che ognuno ha potuto dare uno sguardo interiore al proprio essere in un cammino di servizio per rendersi consapevole non solo del dono di essere un chiamato e dunque destinatario di un progetto ma anche quello per rivedere con attenzione ogni passo del proprio cammino verso la personale e comunitaria santificazione, mettendo al centro della propria persona e della propria comunità l’amore di Dio perché tutto si faccia tra voi nella carità (1Cor 16,14). Il ritiro è sempre un momento favorevole alla conversione, è una possibilità di riscoprirsi chiamato alla realizzazione di un progetto comune nella direzione giusta, quella dell’ascolto e messa in pratica della Parola di Dio. E’ proprio dalla Parola che ognuno ha potuto dare uno sguardo interiore al proprio essere in un cammino di servizio per rendersi consapevole non solo del dono di essere un chiamato e dunque destinatario di un progetto ma anche quello di essere un protagonista, un attore di un
unico progetto: la santificazione universale. Insieme ci siamo recati in mattinata con un piccolo pellegrinaggio a S. Maria di Bellavista dove durante la celebrazione eucaristica alcuni giovani
hanno fatto l’ingresso in alunnato: FedeleIannone, Saverio Iacobbellis e Salvatore
Grazioso. Nel pomeriggio, invece, nella cappella della casa di studentato altri giovani hanno fatto il loro ingresso inpostulantato: Carlo De Santi, Domenico Pace e Pietro Patricelli. Insieme abbiamo vissuto questi due momenti importanti che nella vita di un
giovane che sceglie di intraprendere un cammino di vita consacrata rappresentano il primo di molti passi da percorrere, l’inizio di un cammino ascensionale verso la meta spirituale. Siamo chiamati tutti a vivere l’amore, a rendere visibile l’amore e solo per mezzo dell’amore la vita comunitaria
diventa allora, una via, piena di stimoli a percorrerla, piena di attrazioni a terminarla2. Questo ci spinge a credere che l’amore fa la differenza perché invita a riconoscere e a sostenere che
non si può appartenere a Dio senza portare sulle proprie spalle quelli che Egli ama. Non esiste il fratello senza i fratelli come non esistono i fratelli senza il fratello e solo allora «quanto più uno ama più si fa servo di chi ama e quanto più lo serve, più si sente custode di colui che ama»3. Nel
pomeriggio ognuno ha fatto ritorno alla propria comunità ringraziando Dio e il beato Giustino
Russolillo per il dono della comunità e deifratelli.
Prof. Luigi ReaSDV

martedì 17 marzo 2015

52° Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni versione testuale Domenica 26 Aprile 2015


Il tema della Giornata Mondiale di preghiera per le vocazioni, che si celebra Domenica 26 Aprile 2015
è "Vocazioni e santità: toccati dalla Bellezza" (Evangelii Gaudium, 167; 264)
 
L’Ufficio Nazionale CEI  per la pastorale delle vocazioni, propone uno slogan che ispira la celebrazione della Giornata in tutte le parrocchie e comunità cristiane e  indica la modalità di sviluppo dei sussidi vocazionali per l’anno pastorale 2014-15.
 
È BELLO CON TE!
Lo slogan esprime una relazione, un cammino che trasforma il nostro sguardo di fede  e lo rende capace di riconoscere la bellezza del Signore che, anche oggi, continua a chiamare e a spargere semi di vocazione con abbondanza.
 
Un itinerario triennale: pedagogia della santità
“Giocate la vita per grandi ideali! …chiedo di orientare la pastorale vocazionale in questa direzione, accompagnando i giovani su percorsi di santità che, essendo personali, esigono una vera e propria pedagogia della santità” (Papa Francesco, Messaggio GMPV, 2014, 4).
 
A partire da queste indicazioni, l'Ufficio Nazionale per la pastorale delle vocazioni ha elaborato una proposta di itinerario per un triennio: lostupore per una messe abbondante che Dio solo può elargire (2015); la gratitudine per un amore che sempre ci previene (2016); l’adorazioneper l’opera da Lui compiuta, che richiede la nostra libera adesione ad agire con Lui e per Lui (2017).
Vocazioni e santità, un binomio molto forte. Parlare di vocazioni e santità tocca la vita di ogni persona, perchè tutti nella Chiesa siamo chiamati alla santità.
Vocazioni e santità indica un itinerario pedagogico che prende avvio all'esperienza del bello, dall'essere toccati dalla Bellezza. Toccati da Dio stesso!
E' bello con te, sono parole che possiamo immaginare pronunciate da Dio nei confronti dell'uomo, oppure dall'uomo nei confronti di Dio o, contemporaneamente da Dio e dall'uomo, l'Uno nei confronti dell'altro!
E' bello con te, esprime una relazione, un cammino che "tocca" il nostro sguardo e lo trasforma in uno sguardo di fede capace di riconoscere la bellezza del Signore che, anche oggi, continua a chiamare, a spargere semi di vocazione con abbondanza!
Rimane un punto di riferiemento il documento Nuove Vocazioni per una nuova Europa. Al n.13 viene ricordato come la cultura vocazionale è anche capacità di sognare in grande, lo stupore che consente di apprezzare la bellezza e sceglierla per il suo valore intrinseco, perchè rende bella la vita.
 

PRIMA RIUNIONE DELL’EQUIPE di ANIMAZIONE VOCAZIONALE



Oggi, 17 MARZO 2015, alle ore 15.30, presso la parrocchia San Giovanni Battista si è riunita l’ equipe per l’animazione vocazionale. Sono presenti il Padre Provinciale D. Claudio De Caro  , D. Armando Palmieri, D. Giuseppe Ferrara, D. Bonaventure Ihenacho, D. Giovanni Catone, D. Chidiebere Ntodonke, D. Rudolphe Mupa Mbuta, il Professo Leonardo Sellitri.