“9° Campo Vocazionale dei Religiosi Vocazionisti provincia Italiana”
Tutti noi, abbiamo incontrato don Giuseppe Ferrara, consigliere provinciale per le vocazioni, che ci ha cercato, raccolti, lungo i binari della nostra vita; con affetto vocazionale e con amore di padre misericordioso, sul carisma di don Giustino Russolillo, ci ha invitati a salire sul treno della gioia.
Accompagnati da don Giuseppe ci siamo radunati ad Altavilla dal 7 all’ 11 luglio in occasione del campo vocazionale. Siamo 13 ragazzi, giovani e meno giovani, proveniamo da varie parti d’Italia in particolare Lazio, Campania, Puglia, Sicilia. Questa esperienza si tiene due volte l’anno. Appena siamo arrivati al convento di Altavilla siamo stati accolti con entusiasmo e paternità da don Costantino il superiore della casa e dalle suore vocazioniste.
Che cos’è un campo vocazionale? Il campo vocazionale è semplicemente un tempo che un ragazzo si ritaglia, dedica all’ ascolto del Signore per cercare di capire, comprendere a che cosa Dio lo ha chiamato; il tutto in un ambiente, in un clima, di silenzio, preghiera e soprattutto gioia.
Che cosa abbiamo fatto in questo campo vocazionale? Ci siamo presentati portando ognuno le proprie esperienze di vita e di fede; ci sono state proposte alcune figure bibliche dal punto di vista vocazionale e quindi, nella loro umanità, con pregi e debolezze.
In particolare don Ciro Sarnataro (vicario generale della congregazione) ci ha presentato le resistenze a scegliere con tre figure veterotestamentarie: Mosè, Giona e Geremia: di Mosè ci è stato mostrato in particolare come opponeva resistenza al progetto di Dio elencando i suoi limiti umani e di come tante volte alla chiamata di Dio opponiamo le stesse resistenze; di Geremia ci è stato presentato il particolare contesto storico ovvero il tempo dove avviene la chiamata di Dio e come allo stesso modo bisogna rispondere alla chiamata nel tempo in cui Dio la propone nella nostra vita, sottolineando ancora la responsabilità che abbiamo nel realizzare il progetto di Dio per l’umanità. Giona invece tendeva a sfuggire, a nascondersi e a manipolare la missione di Dio .
Don Rodolfo e don Victor ordinati diaconi di recente , ci hanno dato una testimonianza della loro vocazione e di come le loro famiglie di origine hanno contribuito ad impartire loro l’esempio dei valori cristiani. Di don Rodolfo ci ha colpito di come dopo altre esperienze religiose abbia scelto il carisma vocazionista; di don Victor, invece, ci ha colpito di come abbia lasciato la sua carriera già affermata di giornalista per seguire Gesù. Ci hanno arricchito con le loro testimonianze anche i ragazzi che hanno quasi completato l’anno di noviziato. In particolare ha presenziato anche il padre provinciale don Claudio De Caro il quale in un discorso molto chiaro ci ha presentato la figura del fondatore della congregazione: Beato Don Giustino, un uomo ricco di amore e di zelo per l’opera del Signore nel ricercare e coltivare le vocazioni. Poi ancora don Claudio ha risposto in maniera molto esaustiva alle domande che gli ponevamo, in particolare ci ha descritto i tempi di discernimento dai campi vocazionali alla professione perpetua passando per l’aspirantato, postulato e noviziato.
In questi giorni, don Giuseppe Ferrara ci ha illustrato il carisma Vocazionista e ci ha dato anche dei criteri di discernimento. Egli ci ha presentato anche altre problematiche riguardante la scelta e la vocazione tra cui la disposizione ad essere sinceri con se stessi e Dio, la cosiddetta: “retta intenzione”, oltre che coordinarci negli impegni quotidiani come un fratello maggiore sempre disponibile e capace di mettere tutti a proprio agio.
Don Bonaventura ci ha presentato il disagio giovanile di fronte alle scelte della vita e la paura del domani; esortandoci a non fare scelte importanti nella vita restando nella paura e a trovare coraggio nel decidere e decidersi confidando nel Signore che è l’unica sicurezza e garanzia della nostra gioia e pace.
Poi ancora don Salvatore Musella, psicologo e sacerdote, nonché consigliere generale per la formazione ci ha illustrato in un incontro molto coinvolgente ed interessante, il discernimento vocazionale anche attraverso la personalità e l’identità della persona. Egli si è reso disponibile per chi avesse avuto la necessità di un colloquio personale con lui sulle tematiche trattate o altro.
Durante questi giorni, abbiamo celebrato la s. Messa insieme ed abbiamo lodato il Signore Gesù anche con l’Adorazione Eucaristica notturna. Abbiamo pregato quotidianamente il Santo Rosario e soprattutto abbiamo avuto momenti tra di noi di condivisione delle nostre esperienze di vita, ansie, paure e desideri; abbiamo avuto anche tanti momenti di ilarità, gioia e fraternità.
Durante questo campo, alcuni di noi hanno avuto il coraggio di dare il loro Sì al Signore nella gioia e di salire come ci ha ripetuto don Giuseppe più volte su quel treno che passa in quel preciso momento della nostra vita, affinché possa essere un’esperienza nella gioia al servizio della gioia degli altri.
Accompagnati da don Giuseppe ci siamo radunati ad Altavilla dal 7 all’ 11 luglio in occasione del campo vocazionale. Siamo 13 ragazzi, giovani e meno giovani, proveniamo da varie parti d’Italia in particolare Lazio, Campania, Puglia, Sicilia. Questa esperienza si tiene due volte l’anno. Appena siamo arrivati al convento di Altavilla siamo stati accolti con entusiasmo e paternità da don Costantino il superiore della casa e dalle suore vocazioniste.
Che cos’è un campo vocazionale? Il campo vocazionale è semplicemente un tempo che un ragazzo si ritaglia, dedica all’ ascolto del Signore per cercare di capire, comprendere a che cosa Dio lo ha chiamato; il tutto in un ambiente, in un clima, di silenzio, preghiera e soprattutto gioia.
Che cosa abbiamo fatto in questo campo vocazionale? Ci siamo presentati portando ognuno le proprie esperienze di vita e di fede; ci sono state proposte alcune figure bibliche dal punto di vista vocazionale e quindi, nella loro umanità, con pregi e debolezze.
In particolare don Ciro Sarnataro (vicario generale della congregazione) ci ha presentato le resistenze a scegliere con tre figure veterotestamentarie: Mosè, Giona e Geremia: di Mosè ci è stato mostrato in particolare come opponeva resistenza al progetto di Dio elencando i suoi limiti umani e di come tante volte alla chiamata di Dio opponiamo le stesse resistenze; di Geremia ci è stato presentato il particolare contesto storico ovvero il tempo dove avviene la chiamata di Dio e come allo stesso modo bisogna rispondere alla chiamata nel tempo in cui Dio la propone nella nostra vita, sottolineando ancora la responsabilità che abbiamo nel realizzare il progetto di Dio per l’umanità. Giona invece tendeva a sfuggire, a nascondersi e a manipolare la missione di Dio .
Don Rodolfo e don Victor ordinati diaconi di recente , ci hanno dato una testimonianza della loro vocazione e di come le loro famiglie di origine hanno contribuito ad impartire loro l’esempio dei valori cristiani. Di don Rodolfo ci ha colpito di come dopo altre esperienze religiose abbia scelto il carisma vocazionista; di don Victor, invece, ci ha colpito di come abbia lasciato la sua carriera già affermata di giornalista per seguire Gesù. Ci hanno arricchito con le loro testimonianze anche i ragazzi che hanno quasi completato l’anno di noviziato. In particolare ha presenziato anche il padre provinciale don Claudio De Caro il quale in un discorso molto chiaro ci ha presentato la figura del fondatore della congregazione: Beato Don Giustino, un uomo ricco di amore e di zelo per l’opera del Signore nel ricercare e coltivare le vocazioni. Poi ancora don Claudio ha risposto in maniera molto esaustiva alle domande che gli ponevamo, in particolare ci ha descritto i tempi di discernimento dai campi vocazionali alla professione perpetua passando per l’aspirantato, postulato e noviziato.
In questi giorni, don Giuseppe Ferrara ci ha illustrato il carisma Vocazionista e ci ha dato anche dei criteri di discernimento. Egli ci ha presentato anche altre problematiche riguardante la scelta e la vocazione tra cui la disposizione ad essere sinceri con se stessi e Dio, la cosiddetta: “retta intenzione”, oltre che coordinarci negli impegni quotidiani come un fratello maggiore sempre disponibile e capace di mettere tutti a proprio agio.
Don Bonaventura ci ha presentato il disagio giovanile di fronte alle scelte della vita e la paura del domani; esortandoci a non fare scelte importanti nella vita restando nella paura e a trovare coraggio nel decidere e decidersi confidando nel Signore che è l’unica sicurezza e garanzia della nostra gioia e pace.
Poi ancora don Salvatore Musella, psicologo e sacerdote, nonché consigliere generale per la formazione ci ha illustrato in un incontro molto coinvolgente ed interessante, il discernimento vocazionale anche attraverso la personalità e l’identità della persona. Egli si è reso disponibile per chi avesse avuto la necessità di un colloquio personale con lui sulle tematiche trattate o altro.
Durante questi giorni, abbiamo celebrato la s. Messa insieme ed abbiamo lodato il Signore Gesù anche con l’Adorazione Eucaristica notturna. Abbiamo pregato quotidianamente il Santo Rosario e soprattutto abbiamo avuto momenti tra di noi di condivisione delle nostre esperienze di vita, ansie, paure e desideri; abbiamo avuto anche tanti momenti di ilarità, gioia e fraternità.
Durante questo campo, alcuni di noi hanno avuto il coraggio di dare il loro Sì al Signore nella gioia e di salire come ci ha ripetuto don Giuseppe più volte su quel treno che passa in quel preciso momento della nostra vita, affinché possa essere un’esperienza nella gioia al servizio della gioia degli altri.
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